
In questo racconto ho cercato come psicologa di mettermi dalla parte dei bambini cercando di rispondere alle domande dei genitori partendo proprio dal punto di vista dei più piccoli: sono loro infatti a darci le risposte che troppe volte noi adulti non sappiamo cogliere dentro di noi. Troppo spesso però ci scordiamo di osservarli e metterci al loro fianco. I bambini sono i protagonisti delle nostre attenzioni genitoriali e farli parlare in prima persona può ribaltare il nostro modo adulto e rigido di osservarli. Nel mio studio di psicologia tante volte i genitori mi chiedono cosa fare in certe situazioni, chiedono una ricetta valida per poter gestire meglio le situazioni in cui rabbia e paura prendono il sopravvento. Ogni volta nel rispondere loro io mi chiedo cosa direbbe quel bambino ai loro genitori: da qui nascono questi brevi scritti sui bambini. Credo fermamente che imparare ad osservare i bambini sia il primo passo per far chiarezza dentro di noi: osservandoli e ascoltandoli potremo trovare tutte le risposte ai nostri interrogativi e venire incontro alle nostre ansie e preoccupazioni adulte.
QUANDO FACCIO I “CAPRICCI”:
I miei genitori, i nonni, gli amici dei miei genitori li chiamano capricci! Questa parola non mi piace. Non faccio capricci, esprimo qualcosa che ho dentro e che mi prende all’improvviso e a volte non so proprio capire!!! Per questo vi spiego cosa mi succede quando mi metto a piangere e a volte a strillare…. quando i miei genitori si innervosiscono e se siamo fuori casa quanto si vergognano….. ma tante volte non c’è alcun altro modo per RICHIEDERE LA LORO ATTENZIONE. A volte ho PAURA, ho dei BISOGNI ma sembra che i miei non capiscano ciò che voglio o chiedo e allora mi impunto su qualcosa!!! Mamma e papà mi vogliono bene ma tante volte non capiscono i miei bisogni e io mi arrabbio, mi impaurisco, comincio a sbraitare e esplodo nel pianto o negli urli: una volta che ho cominciato non riesco a fermarmi e mi ci vuole un po’ per calmarmi. Dopo mi sento svuotato e va un po’ meglio ma mamma e papà a volte sono ancora accigliati e ho tanta paura che ce l’abbiano con me…
Altre volte invece fare i capricci mi fa ottenere velocemente quello per cui mi lamento e allora imparo a farlo più spesso, tanto so che la mamma o il papà cederanno velocemente pur di non vergognarsi o sentirmi lamentare. Loro spesso stanno così poco con me che quando chiedo una macchinina o un leccalecca colorato dopo il primo no cedono… basta sbattere un po’ i piedi. Oramai ho imparato a conoscerli.
Altre volte sono così “persi” nelle loro cose o “presi” dai litigi tra loro che non devo combattere più di tanto e al primo “voglio…” pur di non avere problemi, mi concedono ogni cosa… e sono contento…. sì, lì per lì sono contento …. dopo mi sento così solo e nessuna merendina al mondo può riempirmi tanto come ciò che sento quando la mamma viene in cameretta e rimboccandomi le coperte mi racconta una storia: scopro subito che l’ha appena inventata e poi si scorderà i particolari ma non dico nulla, perché proprio per quello è ancora più bella: è pensata solo per me!
Per cui mamma e papà vi do dei consigli:
quando mi lamento cercate di capire cosa è successo: a volte mi sento solo, altre sono stanco dei vostri impegni o delle vostre litigate. Altre volte mi impedite di fare le cose da solo e di diventare grande e io reagisco con urli e capricci. Anche io ho dei sentimenti e ho bisogno di essere ascoltato da voi e di raccontarvi ciò che mi succede. Spesso neppure io so ben capire cosa mi succede dentro e urlare o farvi arrabbiare è l’unica cosa che riesco a fare… l’unica che riesco a fare: mettiamoci sul mio lettino e insegnatemi a trovare una soluzione per capire la mia emozione e gestirla meglio.
Non alzate le mani su di me: so che siete più forti e finirò solo per avere ancora più paura di voi, mentre dentro la rabbia si rafforza.
Ah l’ultima cosa non fate finta di nulla: questo mi fa arrabbiare ancora di più, mi sento non capito e ahimè la prossima volta urlerò ancor più forte haaaaaaahahaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!